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ALESSANDRO
II
(Anselmo da Baggio, ?- Roma 1073). Religioso
italiano, papa (1061-1073). Di famiglia vassallatica lombarda, studiò
presso il monastero di Le Bec (1045) e fu alla corte di Enrico III (1048-1050
ca). Interprete della spinta riformatrice all'interno della Chiesa, fu
ordinato sacerdote a Milano (1055 o 1056), ove si stava sviluppando il
movimento della pataria che seguì da
vicino per tutta la vita. Nominato dall'imperatore vescovo di Lucca, si
adoperò per il risanamento economico e morale della diocesi che
conservò anche dopo l'elezione a pontefice. Alla morte di Niccolò
II (27 luglio 1061), sostenuto da Ildebrando di Soana (Gregorio
VII), da Beatrice di Toscana e dai normanni, fu eletto papa dai cardinali-vescovi
(30 settembre 1061), secondo le regole dettate dal suo predecessore Niccolò
II. L'aristocrazia romana, esclusa dall'elezione, chiese l'intervento
imperiale. Fu perciò convocato un concilio a Basilea nel corso
del quale venne eletto papa il vescovo di Parma, Cadalo, con il nome di
Onorio II (28 ottobre 1061). L'anno successivo l'antipapa, sostenuto dall'imperatrice
reggente Agnese e dal vescovo di Alba, Benzone, si insediò in Castel
Sant'Angelo, mentre le sue truppe invadevano la sede pontificia. I normanni
mantennero l'appoggio ad Alessandro II, per cui Benzone e Onorio II avviarono
trattative con i bizantini, preoccupati di contenere la potenza normanna.
Aspirando a farsi arbitro della vicenda italiana, Goffredo di Lorena,
marito di Beatrice, intimò ai due schieramenti di deporre le armi
e invitò i pontefici a ritirarsi nelle rispettive diocesi (maggio
1062). Alessandro II si recò immediatamente a Lucca, dove rimase
per un anno finché poté rientrare a Roma (marzo 1063). Cadalo
tentò di riprendere il potere, ma fu deposto e scomunicato (1064).
Alessandro II, affiancato da Ildebrando, riprese il suo impegno riformatore:
convalidò i decreti di Niccolò II sull'elezione papale,
agì contro la simonia e il concubinato e a favore della pratica
della vita comune, proibì agli ecclesiastici l'accumulo di benefici
e la loro investitura da parte dei soli laici. Sostenne l'intervento
dei normanni (con i quali entrò più tardi in dissidio) contro
i musulmani di Sicilia (1063) e dei francesi contro quelli di Spagna (1064);
favorì Guglielmo di Normandia nella conquista della corona inglese
(1066) e intervenne in Germania per comporre e risolvere discordie fra
gli alti prelati.
R. Zangari
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